Prima della Scala, identificati i loggionisti dei messaggi antifascisti. La Questura chiarisce: “È prassi”

Prima della Scala, identificati i loggionisti dei messaggi antifascisti. La Questura chiarisce: “È prassi”.

«Trovo un po’ inquietante che io sia stato identificato, non può non venirmi il dubbio che siamo alla soglia di uno stato parafascista». Lo ha detto all’Ansa Marco Vizzardelli, il giornalista che, il 7 dicembre scorso, dopo l’inno di Mameli alla prima della Scala, ha urlato dal loggione “Viva l’Italia antifascista” per poi essere identificato dalla Digos.

«Non sono un pericoloso comunista, al massimo un liberale di sinistra – prosegue Vizzardelli – ma non reggo due cose: qualsiasi vago profumo di fascismo e qualsiasi forma di razzismo.

 » CONTINUA A LEGGERE