“Vietato aggredire medici e infermieri”, i nuovi cartelli negli ospedali e ambulatori della Liguria

“Vietato aggredire medici e infermieri”, i nuovi cartelli negli ospedali e ambulatori della Liguria.

Sono state 331 le aggressioni fisiche o verbali denunciate nei primi sei mesi del 2023 a danno di operatori sanitari nelle Asl e negli ospedali liguri. Uno degli ultimi episodi in ordine di tempo è avvenuto nei giorni scorsi all’Ospedale Villa Scassi di Genova Sampierdarena, dove è stata aggredita verbalmente un’ostetrica, ben conosciuta per le sue doti relazionali e lo spirito di servizio.

Diventa così sempre più importante portare avanti iniziative di sensibilizzazione. Tra i progetti messi in campo dall’assessorato alla Sanità c’è quello di voler rendere ancora più chiaro, attraverso affissioni negli ospedali e nelle strutture sanitarie di tutta la Liguria, che questi episodi, gravi e intollerabili, sono destinati ad essere perseguiti penalmente.

Il messaggio che è stato predisposto e che sarà affisso nei pronto soccorso, nei reparti, negli ambulatori e negli spazi comuni, ricorda a tutti, nelle nove lingue più diffuse sul territorio, come tutte le forme di violenza, sia fisica che verbale, siano destinate ad essere oggetto di un procedimento penale.

«Nell’ambito della campagna di contrasto alla violenza nei confronti degli operatori sanitari ritengo opportuno aggiungere anche questo elemento di sensibilizzazione nei confronti degli utenti – dichiara l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola -. Si tratta di un cartello che verrà affisso soprattutto nei luoghi a rischio dove episodi di violenza verbale o fisica possono essere più frequenti. Il cartello, già utilizzato anche in altre realtà, riporta una frase che richiama il reato e la stessa è tradotta nelle più importanti lingue presenti sul nostro territorio, un messaggio forte e chiaro. L’invito che ho formulato a tutti i direttori è quello di darne la più ampia affissione affinché anche questo possa essere un utile strumento di deterrenza a un odioso fenomeno».

«Questo manifesto – aggiunge Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa – ha un duplice valore: in primo luogo deve ricordare a tutti che chi aggredisce, anche solo verbalmente, un operatore sanitario è perseguibile penalmente. Ma questo vuole essere anche un messaggio a chi lavora nei nostri ospedali, prendendosi cura dei pazienti, con grande dedizione e sacrificio. Sappiamo bene che in certe occasioni questa abnegazione non viene riconosciuta e può essere frustrante. Ed è dunque prioritario portare avanti tutte le iniziative del caso, per evitare che si verifichino ancora episodi come quelli denunciati anche nei primi sei mesi di quest’anno».

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